lunedì 6 maggio 2013

L'Aloe Arborescens nella Storia


Nota per la sua bellezza misteriosa, la sua eleganza selvaggia, le sue leggendarie proprietà terapeutiche, l' ALOE ARBORESCENS in alcune civiltà fu considerata una divinità.

Chiamata "pianta della salute e della bellezza","pianta delle bruciature", "pianta dei primi soccorsi", anche "pianta dei miracoli", ottenne la sua prima menzione storica nel 1500 a.C., nel papiro di Ebers.
Questi documenti egiziani descrivevano nei più minuziosi dettagli il valore medicinale dell'Aloe. Ritenuta la pianta il cui sangue donava bellezza, salute ed eternità, la chiamavano la "pianta dell'immortalità".

L'autore dell'Erbario greco, Dioscoride (41-48 d.C.), dice che la pianta ha il potere di "conciliare il sonno, fortificare il corpo, far dimagrire la pancia e purificare lo stomaco; può essere applicata in caso di ferite, emorroidi, mal di testa, caduta dei capelli, malattia della bocca e delle gengive, bruciature causate dal sole, malattie della pelle ed altre ancora.

Per gli imperatori della Cina mistica, le spinose foglie curative dell'Aloe personificavano le unghie sacre della divinità; essi la chiamavano "Lu-Hui", ritenendola buona per la salute, la felicità, l'amore, la longevità e la potenza sessuale.

Nell'India veniva chiamata "scettro divino" le cui foglie indicavano il cielo. Gli indios americani la chiamavano "la bacchetta magica del cielo", facendo parte delle 16 piante sacre adorate come divinità.

Nel Giappone la chiamavano "Isha Irasu", che significa "non ha bisogno di medico". Le tribù africane, durante le epidemie influenzali, si lavavano in infusi di Aloe per eliminare i virus. Persino nella Bibbia essa viene menzionata nel Vangelo di Giovanni 19,39.






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