lunedì 9 febbraio 2015

"L'ALOE HA EFFETTI ANTITUMORALI"

L'Aloe Arborescens come cura per il cancro. 
Per ora è una suggestione, ma gli effetti sui malati sembrano essere comunque positivi. A spiegarlo sono degli studi e dei test effettuati sulle vittime di cancro. Alla chemioterapia è stata infatti affiancata una cura a base di Aloe. 
I pazienti a cui veniva somministrata è risultata una percentuale di sopravvivenza più alta rispetto agli alti. Il dottor Piero Mozzi, attraverso il proprio sito, ha raccontato questa esperienza. “Il Dott. Adelio Alberto Mora in collaborazione con il Dott. Paolo Lissoni, noto oncologo dell’ospedale San Gerardo di Monza, hanno realizzato nel 2009 uno dei più recenti e dettagliati studi sull’Aloe Arborescens e sui suoi presunti effetti “anti-tumorali” - ha spiegato - Lo studio riguarda i benefici dell’Aloe Arborescens, somministrata secondo la ricetta di Padre Romano Zago, abbinato alla chemioterapia in alcuni pazienti con carcinoma metastatico in fase iniziale, suggerendo la possibilità di manipolare biologicamente l’efficacia e la tossicità della chemioterapia attraverso sostanze immunomodulanti endogene o esogene". 
La somministrazione. "In tutto sono stati studiati 240 pazienti con tumori metastatici solidi (cancro al polmone, cancro del colon-retto, cancro gastrico e cancro del pancreas), che sono stati trattati con chemioterapia con o senza trattamento dell’Aloe Arborescens - precisa - L’Aloe è stato somministrato su una parte dei pazienti per via orale, sia durante che dopo la chemioterapia, a 10 ml tre volte al giorno senza interruzione fino alla progressione della malattia, a partire da 6 giorni prima dell’inizio della chemioterapia, in una miscela costituita da 300 g di foglie fresche di Aloe, 500 g di miele più 40 ml di alcol 40% (ricetta di Padre Romano Zago). 
La chemioterapia, invece, è stata somministrata settimanalmente. Le risposte cliniche sono state radiologicamente valutate dopo almeno tre cicli di chemioterapia. I pazienti sono stati controllati settimanalmente da test di laboratorio di routine“. 
Ecco i risultati. “Le percentuali complessive di risposte complete (CR) e le risposte parziali (PR) raggiunte nei pazienti trattati contemporaneamente con Aloe Arborescens, erano significativamente più alte rispetto a quelle dei pazienti che hanno ricevuto la chemioterapia da sola (34% vs 19%) - analizza - Le risposte complete si sono verificate nel 10% dei pazienti trattati contemporaneamente con Aloe Arborescens e solo nel 3% dei pazienti trattati con chemioterapia da sola. Questa differenza era statisticamente significativa". 
Nel dettaglio. "La malattia stabile (SD) è stata raggiunta nel 31% dei pazienti trattati solo con chemioterapia e nel 34% dei pazienti che hanno ricevuto una concomitante somministrazione di Aloe - conclude - Il controllo della malattia ottenuta nei pazienti trattati contemporaneamente con Aloe Arborescens ha dimostrato una percentuale significativamente maggiore di quella riscontrata nei pazienti che hanno ricevuto la chemioterapia da sola (67% vs 50%). 
Anche la percentuale di sopravvivenza a 3 anni ottenuta nei pazienti trattati contemporaneamente con Aloe era significativamente superiore rispetto a quella riscontrata nel gruppo di chemioterapia da sola“.
Tratto da :  http://www.leggo.it/SOCIETA/SANITA/aloe_cura_cancro_studio_dimostra_efficacia/notizie/1122099.shtml


giovedì 30 maggio 2013

Preparato per Terapia Anti-Neoplastica del Dr. Nacci

Per la terapia anti-neoplastica, è di vitale importanza scegliere i seguenti ingredienti, che devono corrispondere ai 10 requisiti, stimati dallo stesso autore, pena l'inutilità della terapia :
1). Il preparato dev'essere fatto con Miele biologico di elevatissima qualità, evitando quindi nella maniera più assoluta altri tipi come il Miele "millefiori",prodotto di scarto degli altri Mieli. Il Miele riveste importanza primaria poiché veicolante sui delicatissimi linfociti T gamma-delta le diverse sostanze immuno-modulanti dell'Aloe (Aloina, Aloe-mannano, Zinco), in considerazione quindi dell'estrema vulnerabilità di queste delicatissime cellule immunitarie, e da cui dipende, in sostanza, l'intera Cascata Immunitaria di risposta al tumore. Lo stesso Miele, se di scarsa qualità, può veicolare ai delicatissimi linfociti T pericolose sostanze chemio-tossiche di scarto (es.. pesticidi).
Inoltre, il Miele veicola l'Emodina, le vitamine e i sali minerali, facilmente inattivabili anche da poche tracce di sostanze tossiche come soprattutto Cloro, Fluoro, Ferro, Rame e Allume (contenuto spesso in prodotti farmaceutici), ma anche: Cadmio, pesticidi, fertilizzanti, conservanti, additivi chimici).

2). Il preparato dev'essere costituito da foglie intere di Aloe, e non dal solo gel, poiché la morfologia della foglia consta di tre ben diversi tessuti, tutti farmacologicamente utili: la cuticola esterna, di colore verde appuntita sui bordi laterali, formata da fibre di cellulosa, lo strato intermedio periciclico, sede della linfa giallastra e amara (da cui derivano gli Antrachinoni Aloina A e B e la stessa Emodina, anch'essa un Antrachinone), e infine il tessuto spugnoso interno costituito dal vero e proprio gel (da cui derivano i polisaccaridi, fra cui l'Aloe-mannano).

3). Le foglie devono essere tolte da piante di almeno 3-4 anni di vita, escludendo accuratamente le foglie centrali, cioè quelle formate con maculature chiare, e anche le foglie più vecchie se troppo ingiallite, rinsecchite o guaste.
Non devono essere utilizzate quindi piante giovani con foglie con maculature chiare.

4). Le foglie devono essere tagliate alla base, eliminando la punta, la stessa base e le spine laterali, compreso il bordo longitudinale di 4-5 millimetri.
Ogni foglia così preparata dev'essere tagliata trasversalmente in fette di 2 centimetri.

5). I pezzi di foglia devono essere frullati con il Miele biologico e un liquore secco di buona qualità privo di addittivi, come ad esempio Grappa, Acquavite, Cognac e Whishy in apparecchio costituito di materiale adatto, privo di Alluminio o Ferro (poiché inattivano la vitamina E e altre sostanze contenute): il frullatore potrebbe essere costituito forse da Acciaio inox (studi attualmente in corso); dev'essere sterilizzato al calore, senza impiego di disinfettanti chimici o altro, fra cui ad esempio il Cloro (quest'ultimo disattiva, anche se presente in tracce, diversi composti attivi dell'Aloe).

6). Il rapporto in peso fra foglia e Miele dev'essere di 1:2 nel caso di Aloe arborescens; invece, il rapporto fra foglia e Miele dev'essere di 3:2 nel caso di Aloe vera, poiché quest'ultima è 3 volte meno ricca di principi attivi rispetto all'Aloe arborescens. Così, ad esempio, con 50-60 grammi di foglia di Aloe arborescens si aggiunge Miele puro (da 100-120 grammi circa, fino ad un massimo di 150-200 grammi circa).

Viceversa, con l'Aloe vera (di cui comunque se ne sconsiglia l'uso), bisognerà raccogliere almeno 150-180 grammi di foglie di Aloe prima di aggiungere Miele puro (da 100-120 grammi circa a 150-200 grammi circa).
In entrambi i casi, si aggiungerà quindi il liquore, pari a 5-12 cc, fino ad ottenere una crema omogenea.

7). Si ritiene corretto, ma non indispensabile, aggiungere alla mistura, già preparata in crema, Bis-carbossietile Germanio sesquiossido (Germanio organico) oppure aggiungere Germanio inorganico direttamente nel terreno sabbioso, essendo comunque noto che l'arricchimento con Germanio aumenta le capacità terapeutiche della pianta, dati i vantaggi riconosciuti di questo elemento.
Nota: il Germanio inorganico è tossico. Se assimilato dalla piante diventa organico (non più tossico).

8). Versare il prodotto in contenitore di vetro, tapparlo accuratamente, scrivere la data di preparazione e riporlo a circa 4 gradi centigradi (temperatura standard di un frigorifero), coperto dalla luce (i fattori attivi vengono disattivati rapidamente alla luce e alla temperatura normale).

9). Anche se tenuto al buio e al freddo, decade in poche settimane dei suoi principi attivi.
Pertanto se ne consiglia il consumo entro 1-2 mesi al massimo dalla preparazione.
10). L'Aloe arborescens contiene i principi attivi in percentuale più elevata rispetto all'Aloe vera. Pertanto si consiglia la coltivazione dell'Aloe arborescens (fiore arancione), rispetto all'Aloe vera. Possibilmente su terreno mischiato con sabbia.
Secondo l'autore del presente lavoro, i diversi cucchiai di Aloe arborescens con Miele biologico dovranno essere presi nei tre soliti orari consigliati (mezz'ora prima di colazione, mezz'ora prima di pranzo, mezz'ora prima di cena).
L'Aloe arborescens è stata anche sperimentata al dosaggio di 2 cucchiai grandi ogni 2-3 ore, per un totale di 18-20 dosi giornaliere, per i casi più gravi.
Nel “Protocollo NACCI”, l'Aloe arborescens dovrà comunque essere integrata con 10-15 portate di Frutta fresca e di Verdure fresche crude, 1-2 grammi di Ganoderma lucidum, 1-2 grammi di gambo di Ananas sativus (Bromelina) con 5-6 semini (vitamina B 17) amari (< 3 se bambini) di Prunus armeniaca (o spinosa, o avium, o domestica), pasta biologica e, possibilmente, 250 milligrammi almeno di Germanio organico.



sabato 25 maggio 2013

La coltivazione dell'Aloe Arborescens


L'Aloe Arborescens si adatta molto bene alla coltivazione in vaso tanto da poterla definire una della poche "grasse" da appartamento, a condizione che venga posta in una posizione molto luminosa, preferibilmente sotto il sole diretto. 
Degli studi scientifici hanno dimostrato che la quantità di gel, la grandezza della pianta e la lunghezza delle foglie è direttamente proporzionale alla quantità di luce solare che la pianta riceve nel corso della sua vita (addirittura una pianta cresciuta all'ombra può avere solo l'8% del peso rispetto a una pianta cresciuta sempre alla luce solare diretta). 
Un buon terriccio non troppo compatto e rare annaffiature nei mesi caldi sono le uniche cose che queste rustiche piante richiedono. 
Se la pianta è grande e sviluppata, con foglie spesse e lunghe, ed è l'immagine della salute allora è una buona pianta, se invece è piccola e poco sviluppata, con foglie sottili e corte e dall'aspetto raggrinzito, anche se dovesse avere 20 anni non è sicuramente una buona pianta poichè è vissuta all'ombra. 
La presenza del fiore è sicuramente indicativa di un'ottima salute della pianta, ma non è necessario che abbia il fiore per essere una buona pianta. 
In natura il fusto può raggiungere anche alcuni metri di altezza con un diametro di circa 5 cm, molto ramificato dalla base. Le foglie, lunghe da 20 cm fino a 50 cm e larghe 5 cm, sono verdi (a volte con sfumature rossastre), senza macchie e incurvate verso il basso. La lunghezza e la larghezza delle foglie è, come ho detto prima, proporzionale alla luce solare ricevuta. 
Qui in Italia le foglie sono molto più piccole rispetto ai paesi tropicali e la concentrazione di aloina è quindi un pò minore. I bordi delle foglie hanno spine sporgenti lunghe circa 5mm. I fiori in grappoli semplici sono sempre rosso intenso.
L'Aloe è quindi una pianta che ha necessità di clima miti per poter crescere. Infatti vive bene all'aperto nelle zone a clima temperato-caldo mentre nelle zone più fresche deve essere portata al riparo dal freddo invernale in quanto non tollera temperature al di sotto di 5-8°C. Se ciò accade possono crearsi marciumi radicali specialmente se questo è accompagnato da eccessive annaffiature. Le temperature ideali di crescita sono intorno ai 20-24°C.
Sono piante, per la loro stessa natura, in grado di tollerare la siccità mentre non tollerano in alcun modo i ristagni idrici. Infatti nei loro habitat naturali crescono sempre nei pendii ben drenati e mai a fondo valle o nei luoghi dove potrebbero esserci dei ristagni d'acqua.
Nel periodo primaverile - estivo  l'Aloe va annaffiata con moderazione e avendo cura di non bagnare le foglie in modo da evitare che l'acqua possa depositarsi tra le foglie che potrebbe portare a pericolosi marciumi. 
La tecnica è quella di annaffiare abbondantemente e lasciare asciugare il terreno fino alla successiva irrigazione.
Al sopraggiungere dell'autunno - inverno le annaffiature vanno via via diminuite fino alla totale sospensione per tutto l'inverno. Con la primavera si riprendono gradatamente le annaffiature.
Qualora venga allevata per scopi terapeutici è bene non irrigare 8-10 giorni prima della raccolta affinchè i principi attivi siano più concentrati.
L'Aloe si rinvasa ogni anno, in primavera, aumentando via via le dimensioni del vaso. Non avendo un apparato radicale particolarmente profondo, è preferibile scegliere un vaso più largo che profondo e con adeguati fori di drenaggio  e sistemare sul fondo del vaso della ghiaia o dei pezzi di coccio.
Sono piante che non sono particolarmente esigenti in fatto di terreni ma prediligono terreni prevalentemente sabbiosi che favoriscono lo sgrondo rapido delle acqua in eccesso e leggermente acidi.
Si concima una volta al mese a partire dalla primavera e per tutta l'estate utilizzando dei fertilizzanti liquidi diluiti nell'acqua di annaffiatura dimunuendo leggermente le dosi rispetto a quanto riportato nella confezione.
Per quanto riguarda il tipo di concime tanti esperti consigliano un fertilizzante che oltre ad avere i cosiddetti "macroelementi" quali Azoto (N), Fosforo (P) e Potassio (K), abbia anche i "microelementi" quali il Ferro (Fe), il Manganese (Mn), il Rame (Cu), lo Zinco (Zn), il Boro (B), il Molibdeno (Mo), tutti importanti per una equilibrata crescita della pianta.  Noi invece, fautori della concimazione naturale, usiamo solamente stallatico organico da noi preparato (letame di pecora e mucca), e vi assicuro che funziona meravigliosamente.
L'Aloe arborescens di solito non si pota. Vanno semplicemente eliminate le foglie basali che via via disseccano per evitare che diventino veicolo di malattie parassitarie. 
Abbiate l'accortezza di pulire e disinfettare la lama che usate per tagliare per evitare di infettare i tessuti. 
La moltiplicazione dell'Aloe avviene per seme o per polloni. In considerazione del fatto che, come abbiamo detto che sono piante autosterili e bisogna avere piante di varietà diverse per poter avere dei semi fertili, è molto più semplice la moltiplicazione per polloni: in tarda primavera, si prelevano dalla base della pianta i polloni che normalmente si formano. Vanno recisi con un coltello affilato, pulito e disinfettato e lasciati all'aria per due-tre giorni per favorire la fuoriuscita del latice che impedirebbe la radicazione. Dopo di che vengono posti in una composta formata da sabbia. Questa si tiene costantemente umida. Non appena avranno attecchito può essere rinvasata e trattata come le piante adulte.



lunedì 13 maggio 2013

Aloe Arborescens: Proprietà e principali Benefici


L'aloe arborescens, tra tutte le specie di aloe, è quella che contiene al suo interno la più alta percentuale di principi attivi; è stato calcolato che questi superano di gran lunga i principi attivi presenti nell'Aloe Vera.
L'aloe arborescens fiorisce nel periodo compreso tra maggio e luglio con bellissimi fiori i cui colori possono variare dall'arancio al rosso rosaceo.

L'Aloe Arborescens è composta per circa il 95 % da acqua ed è principalmente composta da minerali, vitamine, proteine, aminoacidi, zuccheri, antrachinoni, ceneri e fibre alimentari.
I minerali presenti nell'aloe arborescens sono il calcio, il magnesio, il sodio ed il potassio mentre, per quanto riguarda le vitamine, troviamo la vitamina A, la vitamina C e la E che sono tutte vitamine con proprietà antiossidanti e quindi molto utile alla salute delle nostre cellule. Presenti anche le vitamine del gruppo B, compresa la vitamina B12. Tra gli antrachinoni va sottolineata la presenza dell'aloina che, in base a recenti studi, risulta essere una sostanza con spiccate proprietà antitumorali.
L'aloe arborescens contiene anche la lignina, una sostanza con proprietà in grado di penetrare la pelle in profondità.

Sono più di cento i principi attivi contenuti nell'aloe arborescens ed è per questo motivo che questa pianta è in grado di apportare molti benefici al corpo umano.
La presenza di molte sostanze ad attività antiossidante fanno dell'aloe arborescens una pianta con proprietà antitumorali.
L'aloe arborescens stimola la produzione di collagene, una sostanza con proprietà elasticizzanti nei confronti della pelle e può quindi considerarsi una pianta antinvecchiamento. L'aloe ha anche proprietà antinfiammatorie ed apporta benefici in caso di scottature, dolori e gonfiori derivanti da piccoli traumi.
Grazie alla presenza di Acemanno, uno zucchero con proprietà stimolanti nei confronti dei globuli bianchi, l'aloe arborescens è in grado di fortificare il nostro sistema immunitario; recenti studi rivelano come questa sostanza abbia anche attività antitumorale.
La presenza di colina invece, apporta  benefici al fegato evitando l'accumulo dei grassi.
Un'altra proprietà molto apprezzata dell'aloe arborescens è quella energizzante, infatti, grazie alle sostanze in essa contenute, l'aloe arborescens è in grado di aiutare il nostro metabolismo a produrre energia per il corpo.
L'aloe ha inoltre proprietà digestive grazie alla presenza di enzimi necessari alla elaborazione dei cibi.
Grazie al potassio ed all'acido uranico in essa contenuti l'aloe arborescens ha effetti benefici in termini di depurazione dell'organismo. Queste sono solo alcune delle caratteristiche dell'aloe arborescens ma recenti studi hanno messo in risalto molte altre proprietà terapeutiche di questa formidabile pianta ed in particolare essa risulta utile nei seguenti casi: diabete, pressione alta, depressione, affaticamento cardiaco, punture di insetti, acne, psoriasi, asma, stress, debilitazione generale e dolori mestruali.

L'aloe arborescens, rispetto all'aloe vera, contiene molto meno gel ma allo stesso tempo contiene più principi attivi; è per questo motivo che i prodotti reperibili sul mercato hanno un costo più elevato.
Con l'aloe arborescens si preparano molti prodotti, sia ad uso cosmetico che ad uso medicinale. Per l'uso medicinale esistono integratori energetici , bevande, creme per scottature, per lenire i dolori, per i crampi, per la caduta dei capelli etc ... .
Per l'uso cosmetico troviamo saponi, creme idratanti, shampoo, dopobarba, creme per trattare i foruncoli, creme anti rughe etc... .



martedì 7 maggio 2013

Classificazione e distribuzione della Pianta

L'Aloe arborescens è una pianta succulenta della famiglia delle Aloacee, usata sia come pianta ornamentale nei giardini rocciosi, sia come pianta medicinale con forti poteri disintossicanti. È una pianta conosciuta fin dai tempi più antichi, citata anche da Cristoforo Colombo che, al ritorno dai suoi viaggi, la descriveva come una pianta dai grandi poteri curativi.

È una pianta perenne, alta sino a 4 m molto ramificata, in natura si espande in grandi cespugli molto ramificati con grandi infiorescenze. Le foglie  sono lunghe fino a 50 cm con dentellature spinose sporgenti di circa 5 millimetri ed i fiori in grappolo di colore rosso.
È  autosterile: si riproduce perciò solo con l'impollinazione incrociata, in quanto i fiori maschili e quelli femminili della stessa pianta non si incrociano tra loro e la moltiplicazione  avviene o per seme o per divisione dei polloni basali.
Al giorno d'oggi la pianta è  diffusa praticamente in tutto il mondo, per lo più vicino al mare. In territorio italico la pianta è molto presente sulle coste del Mediterraneo, Adriatico e Tirreno, e comunque sempre in zone dove la temperatura non scenda sotto lo zero.
La pianta è nota per le sue molteplici proprietà fitoterapiche (vedremo meglio in seguito).
Ha principalmente effetti lassativi (dovuti soprattutto al contenuto in antrachinoni) e cicatrizzanti (con l'uso topico). Gli indigeni (ad esempio del Messico o del Brasile) la usavano soprattutto per proteggersi dai raggi solari per i suoi poteri lenitivi, idratanti e protettivi oltre ad avere un blando effetto antiinfiammatorio. Una precauzione d'uso va consigliata a chi è affetto da problemi intestinali (per l'azione irritante che le sostanze contenute nella pianta possono provocare sulle pareti intestinali) ed ai diabetici che fanno uso di insulina, perché l'Aloe abbassa l'indice glicemico e questo va calcolato nell'uso di insulina.
È stato ipotizzato un suo utilizzo per la cura del cancro.


lunedì 6 maggio 2013

L'Aloe Arborescens nella Storia


Nota per la sua bellezza misteriosa, la sua eleganza selvaggia, le sue leggendarie proprietà terapeutiche, l' ALOE ARBORESCENS in alcune civiltà fu considerata una divinità.

Chiamata "pianta della salute e della bellezza","pianta delle bruciature", "pianta dei primi soccorsi", anche "pianta dei miracoli", ottenne la sua prima menzione storica nel 1500 a.C., nel papiro di Ebers.
Questi documenti egiziani descrivevano nei più minuziosi dettagli il valore medicinale dell'Aloe. Ritenuta la pianta il cui sangue donava bellezza, salute ed eternità, la chiamavano la "pianta dell'immortalità".

L'autore dell'Erbario greco, Dioscoride (41-48 d.C.), dice che la pianta ha il potere di "conciliare il sonno, fortificare il corpo, far dimagrire la pancia e purificare lo stomaco; può essere applicata in caso di ferite, emorroidi, mal di testa, caduta dei capelli, malattia della bocca e delle gengive, bruciature causate dal sole, malattie della pelle ed altre ancora.

Per gli imperatori della Cina mistica, le spinose foglie curative dell'Aloe personificavano le unghie sacre della divinità; essi la chiamavano "Lu-Hui", ritenendola buona per la salute, la felicità, l'amore, la longevità e la potenza sessuale.

Nell'India veniva chiamata "scettro divino" le cui foglie indicavano il cielo. Gli indios americani la chiamavano "la bacchetta magica del cielo", facendo parte delle 16 piante sacre adorate come divinità.

Nel Giappone la chiamavano "Isha Irasu", che significa "non ha bisogno di medico". Le tribù africane, durante le epidemie influenzali, si lavavano in infusi di Aloe per eliminare i virus. Persino nella Bibbia essa viene menzionata nel Vangelo di Giovanni 19,39.